venerdì 27 febbraio 2015

Zen, ricerca interiore


Conversazione con Tulku Samsara, ricercatore spirituale ed esperto di meditazione Vipassana.




Tu ti occupi di molte cose. Ma cosa fai esattamente?

Quando mi chiedono cosa faccio, a volte faccio fatica a definirlo; siccome nei 23 anni da quando ho iniziato il percorso ho spaziato in tante cose, in modo un po’ generico e raggruppativo io dico: lavoro con l’energia.
Zen significa meditazione, e per me la meditazione è alla base della ricerca, nonché del mio percorso. Poi ho cominciato ad avvicinarmi a varie cose, ho studiato la radioestesia, varie tecniche di meditazione e infine ho sposato la Vipassana, perché è una delle meditazioni che tiene in grande conto il fatto che noi siamo corpo, anima e mente. Quasi tutte le meditazioni ne tengono conto, ma ci sono molti esercizi di Vipassana in cui si usa il corpo. Di solito la meditazione è molto statica: si sta lì, si cerca di raggiungere uno stato di coscienza alterato, in maniera da farti arrivare le eventuali risposte. La Vipassana l’ho sposata perché sono convinto della fortissima connessione e dell’influenza che l’anima ha sul corpo e che il corpo ha sull’anima.
Quello che ho maturato durante studi e ricerche è che noi siamo qui per fare un’esperienza terrena, al di là delle credenze personali. Il corpo ha un’influenza altissima sulla nostra anima, perché il corpo è il padrone di casa. Nella meditazione Vipassana ci sono esercizi specifici dove si usa il corpo, e non sono statici, perché ci si muove proprio per prendere consapevolezza. Per fare un esempio, si può prendere consapevolezza del peso di un braccio, di quanto è pesante per noi muoverci in questo spazio terreno.

C'è quindi un lavoro sulla muscolatura profonda?

Anche. Ci sono degli esercizi superficiali, sul movimento (molto lenti, devi proprio sentire il peso del tuo corpo), e poi dei lavori che si fanno in stadi avanzati di conoscenza sulla muscolatura profonda, muscoli che a volte non sappiamo nemmeno di avere o di poter usare. In realtà c'è anche uno studio anatomico che devi fare per capire il tipo di esercizio più adatto. In questo sono stato facilitato dalla mia formazione fisioterapica. Per dire, ci sono sedute di meditazione dove si sta anche un'ora e mezza a muovere il polso: per consapevolizzare il movimento, per sentire l'aria... Perché questo? Perché se noi non abbiamo piena consapevolezza che siamo anche corpo, che siamo anche mente, non possiamo avere la consapevolezza di quanto siamo energia, di quando siamo in quello stato in cui siamo anima. Ho difficoltà a volte a chiamarla anima, perché le persone hanno credenze proprie, quindi dico energia: noi siamo energia. In qualunque modo tu la voglia chiamare, stiamo parlando di energia, cioè ciò di cui è fatto l'universo.
Nel tempo ho spaziato con altri studi, ad esempio ho voluto farmi attivare Reiki, perché è una di quelle tecniche dove l'energia è al centro. Ho iniziato a studiare la radioestesia: con questa ho avuto modo di scoprire e studiare bene i corpi sottili, che poi sono le nostre aure. Avevo capito che con questa pratica avrei potuto ripulire, o riequilibrare, l'energia. La radioestesia, che è una branca della rabdomanzia, è utilissima per ripulire eventuali scorie energetiche sulla persona o anche di determinati ambienti. Proprio per questa convinzione della stretta connessione che c'è tra corpo, anima e mente – ed essendo appassionato di psicologia – un bel giorno ho pensato che se con alcune tecniche spirituali potevo aiutare le persone da un punto di vista animico, profondo, per poterle aiutare a 360° avrei dovuto anche lavorare sulla mente, e quindi ho iniziato a studiare counseling. È una tecnica che può somigliare – e sottolineo può, ma non lo è, perché si parte da presupposti diversi – a una seduta dallo psicologo. Non è altro che un aiuto ad autoaiutarsi: si cerca quindi tramite il dialogo di dare alla persona gli strumenti per arrivare a darsi delle risposte da sola, mai dando una soluzione; ma cercando di capire qual è il punto e guidandola verso le risposte. Finite le sedute, uno impara proprio ad autoaiutarsi, ad autogestire determinate cose, perché gli strumenti restano a lui. Una volta metabolizzati, la persona non pensa nemmeno più di utilizzare questi strumenti, ma comincia a vivere proprio in modo diverso.

Il fatto di avere una formazione fisioterapica ti è stata sicuramente d'aiuto, ma è stato anche un ostacolo nella tua ricerca?

I problemi non li ho mai avuti con la disciplina, al massimo con alcuni colleghi! Essendo una disciplina scientifica, e generalmente la scienza e la spiritualità non riescono mai a collimare, a volte dei colleghi mi dicono “ma come fai tu a crederre che...?”. Questi problemi però sono degli altri, non miei. Io penso invece che per mia fortuna conosco bene la struttura umana, la parte terrena; di mio ho poi approfondito tantissimo la parte energetica. Riesco così ad aiutare di più, perché posso capire quando ci sono problemi fisici e anche quando ci sono invece problemi fisici portati da problemi psicologici o animici. Le scorie energetiche vengono metabolizzate e poi passate al corpo tramite la mente: anche quando abbiamo un patema di origine animico siamo in contatto col nostro corpo e, che lo si voglia o meno, da qui viene trasmesso alla mente, che fa tutti i suoi lavori razionali e alla fine decide che stai male. E siccome il cervello non trova nel corpo un problema per cui debba stare così, non si da spiegazione ma allo stesso tempo sfoga.

Crea un problema nel corpo anche se il problema non esiste.

Sì. Però il dolore è reale.

E la lettura dell'aura?

Io la definisco un po' una risonanza magnetica energetica. È come fare un esame della tua energia per riuscire a formulare una “diagnosi”. Ci sono vari tipi di lettura dell'aura. Intanto va detto che a parte lo studio su che cos'è l'aura, questa pratica richiede una tua dote personale. Intendo vederla fisicamente e sentirla, quasi a livello tattile. Appurato di avere queste doti, devi poi approfondire con lo studio. In realtà l'aura non è una, le aure riconosciute sono 7 – guardacaso, sette come i chakra. E come per i chakra si va dalla più vicina che è quella terrena, fino ad arrivare a quella più esterna che è la più ancestrale. La lettura dell'aura ci serve per andare a visualizzare quelle che prima ho definito scorie e, in alcuni casi, capire che tipo di scorie sono, da che cosa sono portate. Lo scopo oltre a capire se ci sono e da cosa sono portate, è capire anche se sono legate a problematiche attuali o se ce le portiamo dietro da cose non risolte nelle altre vite, per avere un quadro completo in base al quale capire poi con quale strumento è meglio intervenire: se una pulizia energetica tramite esercizi di meditazione, di visualizzazione; oppure se una pulizia con la radioestesia e tramite il pendolo, chiedendo se ci sono problemi in questa vita, o alla nascita, o addirittura al concepimento. In definitiva, la lettura dell'aura ci serve per capire eventuali problematiche a livello animico/energetico, e decidere con che tecnica affrontare il problema.

Grazie.

Grazie a te!

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