martedì 3 giugno 2014

Touch for Healt


Conversazione con Simonetta Lisa, operatrice del metodo kinesiologico Touch for Healt.





Come sei arrivata alla Kinesiologia?

In un percorso di naturopatia, quindi erano molte le discipline a cui mi ero già approcciata. Ma quando ho partecipato alla prima lezione del corso di kinesiologia mi sono resa conto che era una disciplina totalmente diversa da quelle che già conoscevo, forse quella col taglio che mi apparteneva di più. Ho fatto prima delle sedute individuali, e poi ho continuato facendo dei corsi. Ho lavorato subito su temi che mi erano molto cari, come il rapporto coi miei genitori... sono proprio partita alla grande! Questo anche per vedere come funzionava, perché prima di appassionarmi e proporlo agli altri volevo vedere su di me che effetto avrebbe avuto.

Che differenza c'è tra la chinesiologia applicata e il Touch for healt?

Il Touch for healt ha un taglio basato sui principi della medicina cinese, quindi non soltanto di lavoro sui muscoli o sui tendini, ma considerando la persona nel suo insieme: cioè da un punto di vista fisico-strutturale, energetico, emotivo ed anche da un punto di vista chimico e nutrizionale. È un ascolto e un dialogo col corpo della persona, e tramite dei leggeri test muscolari viene anche individuata la tecnica appropriata per ristabilire l'equilibrio ed affrontare il disagio che la persona vive in quel momento.

Di volta in volta decidi quale approccio utilizzare, o li utilizzi tutti?

In kinesiologia si lavora a traguardi. Quindi la persona sceglie l'aspetto della sua vita su cui ha voglia di lavorare o per cui vuole migliorare, perché magari non è contenta di qualcosa, che può essere: un dolore fisico, quindi star meglio fisicamente, riuscire a muovere con agio un arto piuttosto che piegarsi, oppure un blocco emozionale (ad esempio “trovo sempre il compagno/la compagna sbagliata”, “non riesco ad andare d'accordo con mia suocera...”, “non riesco a guadagnare quello che voglio”...). Quindi la kinesiologia lavora su aspetti molto ampi, che riguardano proprio il soddisfacimento della persona.

Perciò anche sulle motivazioni personali...

Certo. E sull'utilizzo dei propri talenti, perché sappiamo che molte volte le persone non utilizzano i loro talenti. Il lavoro dal punto di vista chimico invece funziona così: mentre ci impegniamo a raggiungere un certo traguardo magari stiamo assumendo un alimento che ci piace, ma che in quel contesto ci impedisce (seguendo i principi della medicina tradizionale cinese anche il cibo è collegato a determinati elementi, e a determinati organi) di arrivare all'obiettivo prefissato. Per questo a volte si fanno anche dei test energetici alimentari.
Non è mai il terapeuta che decide, ma è sempre tramite questi leggeri test muscolari che il cliente sceglie la tecnica più appropriata per lui in quel momento, quindi in questo senso è anche un lavoro “ecologico”.

Come nasce questa tecnica?

Nasce negli anni '60 quando il suo fondatore, George Goodheart, scoprì quasi per caso che le risposte muscolari dei suoi pazienti (era un medico) mutavano a seconda di ciò che appoggiava al muscolo. Poteva essere un alimento, ma anche una situazione o un'emozione; la persona pensava a una cosa, e la risposta muscolare era diversa. Da quello partì tutto.

Il Touch for healt è riconosciuto?

L'Australia è il primo posto in cui è stato riconosciuto, naturalmente ci sono molte altre nazioni, ma in Italia sebbene ci sia da venticinque anni se ne sente parlare ancora pochissimo.

Perché una persona dovrebbe scegliere di fare kinesiologia?


Per migliorare certi aspetti della sua vita di cui non è soddisfatto, oppure per raggiungere dei traguardi, per superare dei blocchi emotivi o ancora, semplicemente, per essere più felice!



Nessun commento:

Posta un commento