Zen, ricerca interiore
Conversazione con Tulku Samsara, ricercatore spirituale ed esperto di meditazione Vipassana.
Tu
ti occupi di molte cose. Ma cosa fai esattamente?
Quando
mi chiedono cosa faccio, a volte faccio fatica a definirlo; siccome
nei 23 anni da quando ho iniziato il percorso ho spaziato in tante
cose, in modo un po’ generico e raggruppativo io dico: lavoro con
l’energia.
Zen
significa meditazione, e per me la meditazione è alla base della
ricerca, nonché del mio percorso. Poi ho cominciato ad avvicinarmi a
varie cose, ho studiato la radioestesia, varie tecniche di
meditazione e infine ho sposato la Vipassana, perché è una delle
meditazioni che tiene in grande conto il fatto che noi siamo corpo,
anima e mente. Quasi tutte le meditazioni ne tengono conto, ma ci
sono molti esercizi di Vipassana in cui si usa il corpo. Di solito la
meditazione è molto statica: si sta lì, si cerca di raggiungere uno
stato di coscienza alterato, in maniera da farti arrivare le
eventuali risposte. La Vipassana l’ho sposata perché sono convinto
della fortissima connessione e dell’influenza che l’anima ha sul
corpo e che il corpo ha sull’anima.
Quello
che ho maturato durante studi e ricerche è che noi siamo qui per
fare un’esperienza terrena, al di là delle credenze personali. Il
corpo ha un’influenza altissima sulla nostra anima, perché il
corpo è il padrone di casa. Nella meditazione Vipassana ci sono
esercizi specifici dove si usa il corpo, e non sono statici, perché
ci si muove proprio per prendere consapevolezza. Per fare un esempio,
si può prendere consapevolezza del peso di un braccio, di quanto è
pesante per noi muoverci in questo spazio terreno.
C'è
quindi un lavoro sulla muscolatura profonda?
Anche.
Ci sono degli esercizi superficiali, sul movimento (molto lenti, devi
proprio sentire il peso del tuo corpo), e poi dei lavori che si fanno
in stadi avanzati di conoscenza sulla muscolatura profonda, muscoli
che a volte non sappiamo nemmeno di avere o di poter usare. In realtà
c'è anche uno studio anatomico che devi fare per capire il tipo di
esercizio più adatto. In questo sono stato facilitato dalla mia
formazione fisioterapica. Per dire, ci sono sedute di meditazione
dove si sta anche un'ora e mezza a muovere il polso: per
consapevolizzare il movimento, per sentire l'aria... Perché questo?
Perché se noi non abbiamo piena consapevolezza che siamo anche
corpo, che siamo anche mente, non possiamo avere la consapevolezza di
quanto siamo energia, di quando siamo in quello stato in cui siamo
anima. Ho difficoltà a volte a chiamarla anima, perché le persone
hanno credenze proprie, quindi dico energia: noi siamo energia. In
qualunque modo tu la voglia chiamare, stiamo parlando di energia,
cioè ciò di cui è fatto l'universo.
Nel
tempo ho spaziato con altri studi, ad esempio ho voluto farmi
attivare Reiki, perché è una di quelle tecniche dove l'energia è
al centro. Ho iniziato a studiare la radioestesia: con questa ho
avuto modo di scoprire e studiare bene i corpi sottili, che poi sono
le nostre aure. Avevo capito che con questa pratica avrei potuto
ripulire, o riequilibrare, l'energia. La radioestesia, che è una
branca della rabdomanzia, è utilissima per ripulire eventuali scorie
energetiche sulla persona o anche di determinati ambienti. Proprio
per questa convinzione della stretta connessione che c'è tra corpo,
anima e mente – ed essendo appassionato di psicologia – un bel
giorno ho pensato che se con alcune tecniche spirituali potevo
aiutare le persone da un punto di vista animico, profondo, per
poterle aiutare a 360° avrei dovuto anche lavorare sulla mente, e
quindi ho iniziato a studiare counseling. È una tecnica che può
somigliare – e sottolineo può, ma non lo è, perché si parte da
presupposti diversi – a una seduta dallo psicologo. Non è altro
che un aiuto ad autoaiutarsi: si cerca quindi tramite il dialogo di
dare alla persona gli strumenti per arrivare a darsi delle risposte
da sola, mai dando una soluzione; ma cercando di capire qual è il
punto e guidandola verso le risposte. Finite le sedute, uno impara
proprio ad autoaiutarsi, ad autogestire determinate cose, perché gli
strumenti restano a lui. Una volta metabolizzati, la persona non
pensa nemmeno più di utilizzare questi strumenti, ma comincia a
vivere proprio in modo diverso.
Il
fatto di avere una formazione fisioterapica ti è stata sicuramente
d'aiuto, ma è stato anche un ostacolo nella tua ricerca?
I
problemi non li ho mai avuti con la disciplina, al massimo con alcuni
colleghi! Essendo una disciplina scientifica, e generalmente la
scienza e la spiritualità non riescono mai a collimare, a volte dei
colleghi mi dicono “ma come fai tu a crederre che...?”. Questi
problemi però sono degli altri, non miei. Io penso invece che per
mia fortuna conosco bene la struttura umana, la parte terrena; di mio
ho poi approfondito tantissimo la parte energetica. Riesco così ad
aiutare di più, perché posso capire quando ci sono problemi fisici
e anche quando ci sono invece problemi fisici portati da problemi
psicologici o animici. Le scorie energetiche vengono metabolizzate e
poi passate al corpo tramite la mente: anche quando abbiamo un patema
di origine animico siamo in contatto col nostro corpo e, che lo si
voglia o meno, da qui viene trasmesso alla mente, che fa tutti i suoi
lavori razionali e alla fine decide che stai male. E siccome il
cervello non trova nel corpo un problema per cui debba stare così,
non si da spiegazione ma allo stesso tempo sfoga.
Crea
un problema nel corpo anche se il problema non esiste.
Sì.
Però il dolore è reale.
E
la lettura dell'aura?
Io
la definisco un po' una risonanza magnetica energetica. È come fare
un esame della tua energia per riuscire a formulare una “diagnosi”.
Ci sono vari tipi di lettura dell'aura. Intanto va detto che a parte
lo studio su che cos'è l'aura, questa pratica richiede una tua dote
personale. Intendo vederla fisicamente e sentirla, quasi a livello
tattile. Appurato di avere queste doti, devi poi approfondire con lo
studio. In realtà l'aura non è una, le aure riconosciute sono 7 –
guardacaso, sette come i chakra. E come per i chakra si va dalla più
vicina che è quella terrena, fino ad arrivare a quella più esterna
che è la più ancestrale. La lettura dell'aura ci serve per andare a
visualizzare quelle che prima ho definito scorie e, in alcuni casi,
capire che tipo di scorie sono, da che cosa sono portate. Lo scopo
oltre a capire se ci sono e da cosa sono portate, è capire anche se
sono legate a problematiche attuali o se ce le portiamo dietro da
cose non risolte nelle altre vite, per avere un quadro completo in
base al quale capire poi con quale strumento è meglio intervenire:
se una pulizia energetica tramite esercizi di meditazione, di
visualizzazione; oppure se una pulizia con la radioestesia e tramite
il pendolo, chiedendo se ci sono problemi in questa vita, o alla
nascita, o addirittura al concepimento. In definitiva, la lettura
dell'aura ci serve per capire eventuali problematiche a livello
animico/energetico, e decidere con che tecnica affrontare il
problema.
Grazie.
Grazie
a te!