martedì 1 aprile 2014




Le mani che curano

Conversazione con Piero Muraro e Sheila Jackson, insegnanti Bowtech e fondatori dell'Associazione Bowtech Italia.






Prima tu, Piero.Come sei arrivato al Bowen?

Grazie a Sheila. È andata a fare il primo corso in Inghilterra, visto sul trafiletto di una rivista. È tornata entusiasta e mi ha detto di andare subito a fare il corso perché il Bowen “sarà il nostro futuro”. Prima noi facevamo massaggi: io facevo shiatzu, riflessologia plantare... e trovavi sempre il fatto che dava aiuto alle persone ma non risolveva certi problemi. Era un bel sollievo, ma non riuscivi a risolvere determinate cose.
Così sono andato a fare questo corso in Francia, dove c'era un canadese che faceva in quel paese il primo corso di Bowen. Chiaramente qui in Italia non c'era ancora niente. Sono andato a fare questo corso di quattro giorni, tutto concentrato, e sono tornato a casa insoddisfatto. Effettivamente abituato con massaggi forti, questo mi diceva poco o niente. Dicevo “sarà...” E invece sarà stata subito la divina provvidenza, o Tom Bowen che mi ha mandato i casi giusti, fatto sta che sono arrivate delle persone, tra cui una ragazza con l'atrofia muscolare, chiedendomi se potevo aiutarle. Ho pensato proviamo... E ho visto subito gli eccellenti risultati: ad esempio le gambe di questa ragazza erano nere, non circolava più niente, e facendo Bowen un po' alla volta ha cominciato a circolare tutto. Scriveva con una fatica enorme, aiutando una mano con l'altra, portava un corpetto giorno e notte per poter stare su, la mamma era chiaramente disperata... Tutto questo nel giro di un anno è cambiato completamente. Ha cominciato ad usare il corpetto poche ore al giorno, ha proprio cambiato modo di vivere, e per dodici anni è andata avanti sempre meglio.

È un miracolo?

È un miracolo nel senso che il Bowen fa fare al corpo quello di cui ha bisogno. E ho visto negli anni che non c'è nessuna limitazione. Qualunque tipo di problema il tuo corpo cerca di aggiustarlo, e il Bowen aiuta, accelera questo processo. Ad esempio in una frattura dici: ingessiamo. Ma il gesso serve solo per tenere l'osso al suo posto: se tu fai Bowen acceleri questo processo e la guarigione avviene nella metà del tempo.

E questo è stato davvero il tuo futuro...

Abbiamo portato il Bowen in Italia grazie a un medico che ha visto i risultati su un altra ragazza e ci ha chiesto quale tecnica avevamo praticato. Ha voluto assolutamente fare un corso qui, così abbiamo chiamato un istruttore dall'Inghilterra, Alastair McCloughlin, che ha cominciato a fare i primi corsi qua. Lui faceva il corso, io lo aiutavo, Sheila traduceva, e così nel 1999 Ossie Rentsch ci ha passati insegnanti. Da allora abbiamo formato più di 500 persone in Italia come operatori.
La mia fortuna personale è stata quella di girare il mondo. Subito, nel 1999, ho conosciuto Andrew Zoppos, un istruttore di Bowen che ora sta tenendo corsi in Romania, e con lui ho fatto parecchia gavetta. A Perth ho lavorato quasi un anno, e c'è stato tutto un susseguirsi di insegnanti; ho conosciuto molte persone diverse e ho visto anche le differenze nel loro modo di lavorare. Poi sono diventato amico di Ossie ed Elaine Rentsch, quelli che hanno divulgato il Bowtech® nel mondo, e anche con lui ho lavorato tanto. La mia fortuna è stata proprio quella di lavorare con tante persone come queste che mi hanno aiutato a fare esperienza.

Dunque, perché bisogna fare Bowen?

Perché bisogna fare Bowen? Per star meglio!

Invece tu, Sheila, come sei arrivata al Bowen?

Io facevo massaggio svedese, che era molto valido, però cercavo qualcosa di più. Perché fin che tu fai il massaggio, stai bene; il giorno che non lo fai più, non ha cambiato il perché del tuo problema.

Tu sei su un libro, “La mano che cura”. Come ci sei entrata dentro questo libro?

Uno dei nostri studenti è stato contattato da questa signora, Patrizia Sanvitale, che voleva scrivere un articolo sul Bowtech®, e il nostro studente ha indirizzato l'autrice verso noi.

Ce' una foto bellissima tra l'altro, sul libro!

L'unica volta nella mia vita in cui vedo una mia foto e dico: che bella! (ride).

Nella foto sei insieme a un cavallo. E tu sei specializzata nel lavorare con gli animali, perché il Bowtech® offre anche questa possibilità.

Sì. Amo gli animali. Un po' meno quelli a due zampe...(ride)

E funziona il Bowtech® sugli animali?

Funziona, ed è la prova che funziona comunque. Che non è un placebo, o qualcosa che ha a che fare con l'immaginazione o le credenze. Proprio perché sui bambini e sugli animali funziona ancora più velocemente che negli esseri umani adulti, dato che hanno meno muri, meno problemi.

Anche a te chiedo: perché si deve fare Bowen?


Per prevenire, vivere meglio, insomma: per stare bene!



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